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Archive for aprile 2011

Forza di Gendarmeria Europea (EGF)

DI ALESSIO MANNINO
ribelle.com

Praticamente non ne ha parlato nessuno. Praticamente la ratifica di Camera e Senato è avvenuta all’unanimità. Praticamente stiamo per finire nelle mani di una superpolizia dai poteri pressoché illimitati. Che sulla carta è europea, ma che nei fatti è sotto la supervisione statunitense. Tanto è vero che la sede centrale si trova a Vicenza, la stessa città dove c’è il famigerato Camp Ederle delle truppe USA

Alzi la mano chi sa cos’è il trattato di Velsen. Domanda retorica: nessuno. Eppure in questa piccola città olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo ordine europeo e mondiale. Una tappa del processo di smantellamento della sovranità nazionale, portato avanti di nascosto, nel silenzio tipico dei ladri e delle canaglie.

Il Trattato Eurogendfor venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Il raggio d’azione: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5). La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3).

Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.

Ma non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.

Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come  ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (uno con due coglioni così, che per le sue inchieste ora gira con la scorta), non soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri “Chinotto” fin dal 2006. La ratifica è dell’anno scorso. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.

La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che la Gestapo europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono. Ogni 25 Aprile i patetici onanisti della memoria si scannano sul fascismo e sull’antifascismo, mentre oggi serve un’altra Liberazione: da questa Europa e dal suo padrone, gli Stati Uniti.

Alessio Mannino
www.ilribelle.com
28.02.2011


I Romani e la simbologia dell’Uovo, un altro furto della nostra Storia.

L'uovo dipinto di rosso dai contadini dell'Antica Roma.

 

 

District attorney (Pubblico Ministero in USA)

Da leggere e valutare con la situazione Italiana. Pensando che è parere comune, che gli Stati Uniti siano una delle più grandi democrazie al mondo. Perchè allora in Italia le cose non possono cambiare? a chi fa comodo l’attuale situazione dei Giudici? Perchè la democrazia in Italia è tale se viene da sinistra ed è di parte se viene da destra? lo chiediamo a Bersani?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il district attorney (DA), tradotto in italiano come procuratore distrettuale, è un funzionario pubblico presente in molti stati federati degli Stati Uniti d’America. In alcuni stati esistono funzionari analoghi con denominazioni diverse: commonwealth’s attorney (in KentuckyVirginia), state’s attorney (in ConnecticutFloridaIllinoisMarylandNorth DakotaSouth DakotaVermont), county attorney ecc.

Tali funzionari svolgono nell’ambito della circoscrizione di competenza (contea, judicial district, judicial circuit ecc.) funzioni di pubblico ministero nei processi penali (prosecutor), direttamente o per mezzo di funzionari dipendenti, da loro nominati, ai quali è attribuito lo stesso titolo preceduto da deputy o assistant (ad esempio: assistant district attorney, abbreviato in ADA). Possono avere anche altre funzioni, come la consulenza legale ai locali corpi di polizia.

I procuratori distrettuali e gli analoghi funzionari possono essere organi dello stato, sotto la vigilanza del suo attorney general, o di altri enti territoriali, quali la contea o la città (city). In molti stati sono eletti dai cittadini. In altri sono, invece, nominati dal governatore dello stato o dall’organo di governo dell’ente di appartenenza.

In alcuni stati le funzioni di pubblico ministero sono ripartite tra un funzionario locale dello stato (state’s attorney, commonwealth’s attorney, district attorney ecc.) e un funzionario della contea (county attorney) o città (city attorney) secondo vari criteri, basati, ad esempio, sulla gravità del reato o sull’ente che ha emanato la norma violata. Oltre alle eventuali competenze penali, il county o city attorney ha di solito altre funzioni, quali la consulenza giuridica agli organi del proprio ente o la sua difesa nei processi civili.

Le figure di cui si è detto non vanno confuse con lo United States attorney (detto anche United States district attorney), funzionario federale dipendente dal Dipartimento di Giustizia e nominato dal Presidente degli Stati Uniti, che svolge in un distretto le funzioni di pubblico ministero per i reati di competenza federale.

A differenza dell’Italia, negli Stati Uniti le funzioni di pubblico ministero nel processo penale non sono svolte da magistrati ma da avvocati che, sebbene funzionari pubblici, sono soggetti alle norme della professione.

Interessi Nazionali?

Se potessi raccontare minuziosamente il mio stato d’animo, in questo istante, non basterebbero 100 pagine. Rabbia e schifo, mista ad insano orgoglio Nazionalista. Un Paese di burattini, con pochi burattinai che hanno più manie di grandezza che bravura. Un paese in cui i veri problemi vengono accuratamente messi da parte, sia dalla sinistra che dalla destra, mentre una disputa, senza vergogna, ci accompagna come se fosse uno show.
Mentre ognuno di noi (che lavoriamo veramente) ci danniamo per barcamenarci, tra regole, leggi ed inganni politici, loro sono come allo stadio, in una caciara rumorosa e fastidiosa, senza vergogna, che deprime e innervosisce. I giovani intanto, hanno paura, sono veramente sconvolti, del loro futuro, del loro lavoro, quando c’è.
Il denaro ci sfugge di mano come acqua e mai ricordo che abbia avuto cosi basso valore come adesso.
La benzina, ha preso il posto dell’oro e l’oro quello dei diamanti. I ricchi sono sempre più ricchi e sempre più maledettamente malvagi ed egoisti. Loro spremono e quando non c’è più succo, tra le vite degli operai, vanno all’estero a prendersi la gloria, pensando di essere nel giusto, per la legge di mercato, per l’utile e non per l’operaio, avendo snellito per bene anche il seno statale, dove si sono allattati, con la scusa della concertazione, termine mutuato dalla musica, ma che nel mondo del lavoro “suona” come una beffa.
A livello internazionale, siamo un pasticcio.
Non abbiamo preso una decisione di petto. Tutti sono diventati macchiavellici, ma anche se il fine era mantenere i nostri investimenti in Libia, i mezzi sono rimasti immobili, paralizzati dall’indecisione, dalla ridicolaggine di non sapersi mai schierare con coraggio, rimanendo sospesi tra due sponde come un colosso barcollante, tenendo un piede nell’atlantico ed uno nel mediterraneo. Mentre sarebbe stato più giusto avere tutti e due nel Mare Nostrum e parlare con chiarezza e fermezza, pronunciando la parola vietata “interessi Nazionali” che sembra ammutolire tutti i politici, di questo paese di burro a cui la storia diede la Gloria e gli Dei la sacrificarono, ma che ora sembra “Cristianamente” inchiodato ad una croce, sacrificando il proprio “culo” ed il proprio onore.
Tutti contenti, tutti Cristiani, tutti Comunisti?
Berlusconi è il grande male. A lui tutte le colpe…..provate per un attimo ad immaginare Bersani!

Libia, fase 2.


23:33 08 APR 2011
(AGI) – Roma, 8 apr. – Di fronte alle richieste della Nato di passare ad una ‘fase 2′ in Libia, vista la situazione di stallo, anche il nostro Paese potrebbe prevedere sia la messa a disposizione di mezzi che di uomini.
E’ quanto riferiscono fonti ministeriali, in base all’appello rivolto dal Segretario Generale della Nato, Rasmussen ai Paesi dell’Alleanza.
Naturalmente, si spiega, l’Italia agirebbe sempre sotto il ‘cappello’ multilaterale, tenendo come punto di riferimento la risoluzione Onu. L’azione chiesta agli Alleati va sempre nell’ottica della protezione dei civili e dei ribelli.
Qualora arrivasse la richiesta ufficiale da parte della Nato – mercoledi’ e giovedi’ a Berlino e’ previsto un summit ministeriale – non si esclude che il governo possa tornare a consultarsi per decidere la linea da tenere. Bisognera’ capire innanzitutto l’atteggiamento della Lega che gia’ in un primo momento aveva espresso le proprie perplessita’ alla partecipazione di un intervento in Libia. Nell’eventualita’ di una richiesta ufficiale da parte della Nato sembrerebbe escluso per il momento un nuovo ‘passaggio’ in Parlamento, possibile invece una nuova convocazione della cabina di regia a Palazzo Chigi.
Importante sara’ l’incontro che il ministro Frattini avra’ martedi’ a Roma con il Capo libico del Consiglio Nazionale di transizione, Jalil. E’ gia’ il secondo incontro che il responsabile della Farnesina ha con i ribelli. Il ministro ha infatti incontrato Al Isawi, membro nazionale del Consiglio di transizione, con il quale non ha escluso come ‘extrema ratio’ la fornitura di armi ai ribelli. Il fatto che anche la Germania abbia cambiato atteggiamento dicendosi pronta ad inviare uomini in Libia, dimostra il passaggio del conflitto in Libia ad una fase piu’ operativa. Dopo Berlino anche Roma, spiegano le stesse fonti, sta valutando il da farsi.
www.agi.it

Fine Settimana enigmatico.

Sfera di energia non identificata. Sono presenti intorno a noi e visibili solo all'infrarosso.

Un altra settimana e trascorsa molto velocemente. Sono soddisfatto ma non appagato.
Per essere appagato avrei dovuto raggiungere tutti gli obbiettivi prefissati e non l’ho ancora fatto.
La guerra continua in sordina, quasi in silenzio. Come avevo già detto, non mi sembra una questione lampo.
Il mondo si abitua ad un malessere endemico e le guerre, sparse qua e la sul globo, sembrano essere tessuto connettivo del nostro pianeta. L’uomo, oramai annebbiato dalle religioni monoteiste e fondamentaliste, come il cristianesimo, l’islamismo e la religione ebraica, sta affondando in una lotta fratricida, nel nome di un dio nessuno (non nominare il nome di dio invano) che li obbliga ad essere schiavi e non attori in questa terra, semmai, liberi solo di ammazzare chi non crede, ad ogni costo ed in ogni modo. Abbiamo perso il vero senso della vita, abbiamo dimenticato o facciamo finta di farlo, di non essere nel giusto, ma continuiamo a sbagliare, anche se qualcosa si muove dentro di noi e cerca di aprire gli occhi e la mente alla conoscenza della nostra dimensione, senza artifici religiosi, fondamentalisti e canonici.
Accadrà, e chi non sarò pronto……beh ne parliamo al prossimo post.

Caso Ruby, Corriere della Sera

Continua a far discutere, lo scoop di ieri del Corriere della Sera, le tre telefonate a Berlusconi trascritte per errore negli atti dei pm senza autorizzazione.
“La legge è uguale per tutti – osserva Alessandro Sallusti sul Giornale – tranne
che per i magistrati che possono tranquillamente calpestarla sapendo di rimanere impuniti. A occhio, infatti, i pm della procura di Milano hanno commesso un reato, trascrivendo e allegando ad atti pubblici tre intercettazioni telefoniche del presidente del Consiglio senza l’autorizzazione del Parlamento. Nelle ventimila pagine che costituiscono l’atto di accusa del caso Ruby ci sono infatti tre conversazioni
tra il premier e tre ragazze. Se n’è accorto, ma guarda la coincidenza, il Corriere della Sera proprio alla vigilia dell’apertura del processo. (…) Su questo tema la
legge e’ chiara. Primo: i telefoni di deputati e senatori non possono essere intercettati. Secondo: se intercettando una persona terza, gli inquirenti si rendono conto che stanno ascoltando la voce di un parlamentare, l’operazione va
subito interrotta. Terzo: se i pm si accorgono solo a cose fatte dell’indebito ascolto, i nastri e le trascrizioni devono essere buttati, a meno che la Camera di riferimento,
interpellata, non decida diversamente. Nel caso in questione tutto ciò non è accaduto. Ilda Boccassini e compagni se ne sono fregati della legge. In un Paese normale oggi sarebbero sotto inchiesta, come capita a qualsiasi cittadino che non
rispetta le regole”.
Rainews24.it

E questo è solo l’inizio!

Sardegna, torna la base Nato

Misteriosa visita di due alti ufficiali americani alla ex base della Maddalena, abbandonata dagli Usa tre anni fa. Potrebbe diventare un altro comando alleato per le operazioni in Nordafrica. E senza bisogno di alcun nuovo permesso: la struttura è affittata alla Us Navy fino al 2034(05 aprile 2011)Un edificio dell’ex base militare Usa alla MaddalenaGli accadimenti degli ultimi mesi nella sponda sud del Mediterraneo riportano la Sardegna alla sua passata importanza sugli scenari militari della Nato. Non è infatti passata inosservata, nelle ultime settimane, la presenza di due alti ufficiali americani sull’Isola di La Maddalena, proprio dove fino a pochi anni fa i militari a stelle e strisce erano di casa con i loro sommergibili a propulsione nucleare. Ufficialmente (secondo quanto riportato dai giornalisti della ‘Nuova Sardegna’ Piero Mannironi e Pier Giorgio Pinna) la loro presenza è stata spiegata come «una visita di cortesia» e per rivedere i luoghi nei quali hanno passato diversi anni della loro carriera. Ma non è un segreto per nessuno che la nostalgia in realtà c’entri poco: si è trattato invece di un vero e proprio sopralluogo su tutta la base e nelle gallerie (delle quali è sempre stata tenuta nascosta la reale estensione) per verificare la possibilità di una ripresa delle attività militari sull’isola di Santo Stefano.

A quanto pare i due militari americani arrivati in Sardegna non sarebbero in forze alla Us Navy ma inquadrati nell’organico della Nato. Gli Usa, pur non rinunciando al loro ruolo di capofila, starebbero pensando infatti di condividere il riavvio della base militare con gli altri partner dell’Alleanza Atlantica. Secondo le indiscrezioni, inoltre, gli americani stanno prevedendo di tornare senza i temuti sommergibili a propulsione nucleare, limitandosi a creare una base per le navi d’appoggio. Forse pesa ancora l’ottobre del 2003 quando il sottomarino atomico Hartford si incagliò proprio davanti all’isola di La Maddalena. Per la settimana prossima nell’isola è prevista la visita di una commissione tecnica del ministero della Difesa (almeno, questo sostiene il consigliere regionale sardista Paolo Maninchedda) per verificare se la riapertura della base possa essere una strada percorribile.

Sono passati poco più di tre anni quando – gennaio 2008 – la base venne chiusa “definitivamente”, dopo la decisione presa nel 2005. La domanda ora è quali saranno i tempi per la riapertura e quando inizieranno i lavori di ripristino e adattamento. Le strutture sono logisticamente ancora in mano alla Us Navy che ha un contratto di locazione fino al 2034 per la manutenzione. Si tratterebbe quindi di una variazione nell’ordine dei lavori, per i quali si vocifera la fine dell’estate.

Ci si chiede anche dove andranno a stare i militari Nato che arriveranno a La Maddalena a fine anno. Tra le strutture costruite per il mancato G8 a La Maddalena c’era l’albergo a 5 stelle realizzato nell’ex ospedale militare. Una residenza lussuosa, rimasta desolatamente inutile dopo il trasferimento del G8 all’Aquila, e ora al centro dell’inchiesta sulla ‘cricca’ di Bertolaso. Lì potrebbero andare ad alloggiare gli alti ufficiali che si alterneranno sulla base militare. Tra un tira e molla e l’altro con la Marina si è recentemente ipotizzato di riconsegnare la gestione dell’ex ospedale proprio ai militari. Sta a vedere che, alla fine dei conti, a goderne sarà qualche generale Nato ignaro delle speculazioni.
www.espresso.it

RAPINATORI UCCISI A BRESCIA: GUARDIA GIURATA ARRESTATA

12:30 05 APR 2011

(AGI) Brescia – La guardia giurata che ieri a Quinzanom, in provincia di Brescia, ha sparato e ucciso due rapinatori e’ stata arrestata con l’accusa di duplice omicidio volontario.
Cosi’ ha disposto la Procura. L’uomo, un 34enne dipendente dell’istituto di vigilanza Fidelitas, ha sparato l’intero caricatore della sua Beretta contro i malviventi appena usciti con il bottino in spalla dalla Cassa rurale di Borgo San Giacomo in via Cavour 23. I due -Otello Astolfi, un 62enne originario di Ravenna, e Ivan Alpignano, un 38enne di Caselle (Torino)- erano riusciti a raggiungere l’auto parcheggiata, ma sono stati colpiti a morte; un terzo malvivente, Dario Delle Grottaglie, 30 anni, di Cirie’ (Torino), era riuscito a fuggire, ma e’ stato catturato dai carabinieri alcune ore dopo nelle campagne circostanti su una bicicletta rubata.
www.agi.it