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Archive for the ‘Rassegna Stampa’ Category

Bacoli e l’impocrisia perversa della Politica.

Sono Napoletano, ma amo Bacoli, come amo tutta la mia terra: La Campania.
Si parla di illegalità, di abusivismo, di sentenze… come se tutto questo bastasse a chiarire un Abuso vero: quello dello Stato. Uno Stato che dovrebbe essere dalla parte del cittadino, essendo egli stesso la figura giuridica della Res Publica, della cosa pubblica, che dovrebbe gestire per noi tutti e non per il potere politico o giudiziario. Da qualche parte si legge, con molta ipocrisia ed in modo tendenzioso, “la legge è uguale per tutti” . Ditemi quale legge, perché io da cittadino comune, non l’ho mai vista uguale. Il potere Politico e quello malavitoso, sguazzano in questo limbo di illegalità e gli sta bene. Gli sta bene per due motivi molto semplici: uno quello che non essendoci un piano regolatore che tuteli la piccola proprietà, il piccolo appezzamento di terreno, quel fazzoletto di sangue, ereditato dalla famiglia, dopo anni di lavoro duro in una terra che scotta, la gente comune è costretta , si ripeto costretta, a costruire illegalmente. Due, che in questa illegalità, agisce la malavita, che con l’assenza dello Stato, spadroneggia con la sua edilizia, a cui molti cittadini, pur di realizzare il loro sogno, quello di una vita, si rivolgono per costruire la propria casa.
L’Ipocrisia perversa della Politica e dello Stato, è che ha la consapevolezza di tutto ciò.
Lo Stato potrebbe annientare in un sol colpo i Politici collusi e le mafie locali dell’edilizia: basterebbe legalizzare e liberalizzare le piccole costruzioni, quelle non speculative, quelle per la propria casa, per il tetto desiderato da una vita sul fazzoletto di sangue della propria famiglia. In questo modo, lo Stato, potrebbe imporre un piano di realizzazione consono con le minime regole ingegneristiche strutturali e in linea con l’architettura territoriale. Creare un territorio sgombro da società di edilizia camorristiche, e chiedere regolarmente le tasse a Cittadini “LIBERI” di vivere nella propria casa.
Ma forse vivo su un altro pianeta per pensare queste cose, o forse penso al senso della nascita della Democrazia e della Res Publica, lo Stato per i Cittadini e non Contro di loro.
Guardate qualche chilometro più avanti, verso Castel Volturno, sulla Via Domitia, in quel tratto di macchia mediterranea, di proprietà dell Stato, del Demanio Pubblico. Guardate il Villaggio Coppola, costruito distruggendo chilometri di Pineta, dove tutto è abusivo. Abbattetelo tutto, ridateci la Pineta e lasciate in pace i cittadini di Bacoli: VERGOGNATEVI!

Il Messaggio di Silvio Berlusconi.

Forza di Gendarmeria Europea (EGF)

DI ALESSIO MANNINO
ribelle.com

Praticamente non ne ha parlato nessuno. Praticamente la ratifica di Camera e Senato è avvenuta all’unanimità. Praticamente stiamo per finire nelle mani di una superpolizia dai poteri pressoché illimitati. Che sulla carta è europea, ma che nei fatti è sotto la supervisione statunitense. Tanto è vero che la sede centrale si trova a Vicenza, la stessa città dove c’è il famigerato Camp Ederle delle truppe USA

Alzi la mano chi sa cos’è il trattato di Velsen. Domanda retorica: nessuno. Eppure in questa piccola città olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo ordine europeo e mondiale. Una tappa del processo di smantellamento della sovranità nazionale, portato avanti di nascosto, nel silenzio tipico dei ladri e delle canaglie.

Il Trattato Eurogendfor venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Il raggio d’azione: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5). La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3).

Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.

Ma non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.

Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come  ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (uno con due coglioni così, che per le sue inchieste ora gira con la scorta), non soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri “Chinotto” fin dal 2006. La ratifica è dell’anno scorso. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.

La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che la Gestapo europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono. Ogni 25 Aprile i patetici onanisti della memoria si scannano sul fascismo e sull’antifascismo, mentre oggi serve un’altra Liberazione: da questa Europa e dal suo padrone, gli Stati Uniti.

Alessio Mannino
www.ilribelle.com
28.02.2011


Libia, fase 2.


23:33 08 APR 2011
(AGI) – Roma, 8 apr. – Di fronte alle richieste della Nato di passare ad una ‘fase 2′ in Libia, vista la situazione di stallo, anche il nostro Paese potrebbe prevedere sia la messa a disposizione di mezzi che di uomini.
E’ quanto riferiscono fonti ministeriali, in base all’appello rivolto dal Segretario Generale della Nato, Rasmussen ai Paesi dell’Alleanza.
Naturalmente, si spiega, l’Italia agirebbe sempre sotto il ‘cappello’ multilaterale, tenendo come punto di riferimento la risoluzione Onu. L’azione chiesta agli Alleati va sempre nell’ottica della protezione dei civili e dei ribelli.
Qualora arrivasse la richiesta ufficiale da parte della Nato – mercoledi’ e giovedi’ a Berlino e’ previsto un summit ministeriale – non si esclude che il governo possa tornare a consultarsi per decidere la linea da tenere. Bisognera’ capire innanzitutto l’atteggiamento della Lega che gia’ in un primo momento aveva espresso le proprie perplessita’ alla partecipazione di un intervento in Libia. Nell’eventualita’ di una richiesta ufficiale da parte della Nato sembrerebbe escluso per il momento un nuovo ‘passaggio’ in Parlamento, possibile invece una nuova convocazione della cabina di regia a Palazzo Chigi.
Importante sara’ l’incontro che il ministro Frattini avra’ martedi’ a Roma con il Capo libico del Consiglio Nazionale di transizione, Jalil. E’ gia’ il secondo incontro che il responsabile della Farnesina ha con i ribelli. Il ministro ha infatti incontrato Al Isawi, membro nazionale del Consiglio di transizione, con il quale non ha escluso come ‘extrema ratio’ la fornitura di armi ai ribelli. Il fatto che anche la Germania abbia cambiato atteggiamento dicendosi pronta ad inviare uomini in Libia, dimostra il passaggio del conflitto in Libia ad una fase piu’ operativa. Dopo Berlino anche Roma, spiegano le stesse fonti, sta valutando il da farsi.
www.agi.it

Caso Ruby, Corriere della Sera

Continua a far discutere, lo scoop di ieri del Corriere della Sera, le tre telefonate a Berlusconi trascritte per errore negli atti dei pm senza autorizzazione.
“La legge è uguale per tutti – osserva Alessandro Sallusti sul Giornale – tranne
che per i magistrati che possono tranquillamente calpestarla sapendo di rimanere impuniti. A occhio, infatti, i pm della procura di Milano hanno commesso un reato, trascrivendo e allegando ad atti pubblici tre intercettazioni telefoniche del presidente del Consiglio senza l’autorizzazione del Parlamento. Nelle ventimila pagine che costituiscono l’atto di accusa del caso Ruby ci sono infatti tre conversazioni
tra il premier e tre ragazze. Se n’è accorto, ma guarda la coincidenza, il Corriere della Sera proprio alla vigilia dell’apertura del processo. (…) Su questo tema la
legge e’ chiara. Primo: i telefoni di deputati e senatori non possono essere intercettati. Secondo: se intercettando una persona terza, gli inquirenti si rendono conto che stanno ascoltando la voce di un parlamentare, l’operazione va
subito interrotta. Terzo: se i pm si accorgono solo a cose fatte dell’indebito ascolto, i nastri e le trascrizioni devono essere buttati, a meno che la Camera di riferimento,
interpellata, non decida diversamente. Nel caso in questione tutto ciò non è accaduto. Ilda Boccassini e compagni se ne sono fregati della legge. In un Paese normale oggi sarebbero sotto inchiesta, come capita a qualsiasi cittadino che non
rispetta le regole”.
Rainews24.it

Sardegna, torna la base Nato

Misteriosa visita di due alti ufficiali americani alla ex base della Maddalena, abbandonata dagli Usa tre anni fa. Potrebbe diventare un altro comando alleato per le operazioni in Nordafrica. E senza bisogno di alcun nuovo permesso: la struttura è affittata alla Us Navy fino al 2034(05 aprile 2011)Un edificio dell’ex base militare Usa alla MaddalenaGli accadimenti degli ultimi mesi nella sponda sud del Mediterraneo riportano la Sardegna alla sua passata importanza sugli scenari militari della Nato. Non è infatti passata inosservata, nelle ultime settimane, la presenza di due alti ufficiali americani sull’Isola di La Maddalena, proprio dove fino a pochi anni fa i militari a stelle e strisce erano di casa con i loro sommergibili a propulsione nucleare. Ufficialmente (secondo quanto riportato dai giornalisti della ‘Nuova Sardegna’ Piero Mannironi e Pier Giorgio Pinna) la loro presenza è stata spiegata come «una visita di cortesia» e per rivedere i luoghi nei quali hanno passato diversi anni della loro carriera. Ma non è un segreto per nessuno che la nostalgia in realtà c’entri poco: si è trattato invece di un vero e proprio sopralluogo su tutta la base e nelle gallerie (delle quali è sempre stata tenuta nascosta la reale estensione) per verificare la possibilità di una ripresa delle attività militari sull’isola di Santo Stefano.

A quanto pare i due militari americani arrivati in Sardegna non sarebbero in forze alla Us Navy ma inquadrati nell’organico della Nato. Gli Usa, pur non rinunciando al loro ruolo di capofila, starebbero pensando infatti di condividere il riavvio della base militare con gli altri partner dell’Alleanza Atlantica. Secondo le indiscrezioni, inoltre, gli americani stanno prevedendo di tornare senza i temuti sommergibili a propulsione nucleare, limitandosi a creare una base per le navi d’appoggio. Forse pesa ancora l’ottobre del 2003 quando il sottomarino atomico Hartford si incagliò proprio davanti all’isola di La Maddalena. Per la settimana prossima nell’isola è prevista la visita di una commissione tecnica del ministero della Difesa (almeno, questo sostiene il consigliere regionale sardista Paolo Maninchedda) per verificare se la riapertura della base possa essere una strada percorribile.

Sono passati poco più di tre anni quando – gennaio 2008 – la base venne chiusa “definitivamente”, dopo la decisione presa nel 2005. La domanda ora è quali saranno i tempi per la riapertura e quando inizieranno i lavori di ripristino e adattamento. Le strutture sono logisticamente ancora in mano alla Us Navy che ha un contratto di locazione fino al 2034 per la manutenzione. Si tratterebbe quindi di una variazione nell’ordine dei lavori, per i quali si vocifera la fine dell’estate.

Ci si chiede anche dove andranno a stare i militari Nato che arriveranno a La Maddalena a fine anno. Tra le strutture costruite per il mancato G8 a La Maddalena c’era l’albergo a 5 stelle realizzato nell’ex ospedale militare. Una residenza lussuosa, rimasta desolatamente inutile dopo il trasferimento del G8 all’Aquila, e ora al centro dell’inchiesta sulla ‘cricca’ di Bertolaso. Lì potrebbero andare ad alloggiare gli alti ufficiali che si alterneranno sulla base militare. Tra un tira e molla e l’altro con la Marina si è recentemente ipotizzato di riconsegnare la gestione dell’ex ospedale proprio ai militari. Sta a vedere che, alla fine dei conti, a goderne sarà qualche generale Nato ignaro delle speculazioni.
www.espresso.it

RAPINATORI UCCISI A BRESCIA: GUARDIA GIURATA ARRESTATA

12:30 05 APR 2011

(AGI) Brescia – La guardia giurata che ieri a Quinzanom, in provincia di Brescia, ha sparato e ucciso due rapinatori e’ stata arrestata con l’accusa di duplice omicidio volontario.
Cosi’ ha disposto la Procura. L’uomo, un 34enne dipendente dell’istituto di vigilanza Fidelitas, ha sparato l’intero caricatore della sua Beretta contro i malviventi appena usciti con il bottino in spalla dalla Cassa rurale di Borgo San Giacomo in via Cavour 23. I due -Otello Astolfi, un 62enne originario di Ravenna, e Ivan Alpignano, un 38enne di Caselle (Torino)- erano riusciti a raggiungere l’auto parcheggiata, ma sono stati colpiti a morte; un terzo malvivente, Dario Delle Grottaglie, 30 anni, di Cirie’ (Torino), era riuscito a fuggire, ma e’ stato catturato dai carabinieri alcune ore dopo nelle campagne circostanti su una bicicletta rubata.
www.agi.it

Immigrati, accordo con la Tunisia

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha firmato oggi a Tunisi un accordo con la Tunisia in materia di immigrazione, al termine di un negoziato durato diverse ore.

Oggi è intanto ripresa l’ondata di sbarchi a Lampedusa (Agrigento) dove dalle 20 di ieri sera e fino a stamani sono 917 i migranti approdati e ospitati nel Cspa e nella ex base militare Loran. Il numero complessivo degli extracomunitari presenti nell’isola è di circa 1.500. Sette gli sbarchi che si sono susseguiti in 12 ore: ieri sera sul primo barcone ne sono arrivati 99; 67 e 52 nei due episodi successivi.

Stamane alle 5, nel primo arrivo della giornata, sono giunti 400 profughi (tra cui 37 donne e 8 bambini) provenienti dalla Libia. Stessa provenienza per un’altra barca, che ha portato a Lampedusa 34 persone, tra le quali 2 donne. Infine, due «carrette» sono arrivate dalla Tunisia, con 77 e 188 extracomunitari.

Intanto sono arrivati ieri sera, intorno alle 22,30, i primi 300 migranti portati in Toscana da Lampedusa, a bordo della nave “La Superba”. La loro gioia quando, del porto di Livorno, sono stati prelevati in pullman, e’ stata incontenibile. Tra canti e cori, bandiere tunisine e gesti di esultanza dai finestrini, i 300 hanno posto fine ad un viaggio estenuante.
www.lastampa.it

«Abolire l’apologia di fascismo»

CANCELLEREBBE LA NORMA CHE VIETA «LA RIORGANIZZAZIONE» DEL PARTITO FASCISTA
Proposta Pdl al Senato.

Un disegno di legge costituzionale per abolire la norma che vieta «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista» è stato presentato in Senato dagli esponenti del Pdl Cristiano De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bonacin, Achille Totaro. In un primo momento il ddl riportava anche la firma di Egidio Digilio di Fli, successivamente ritirata dopo una telefonata con Bocchino.
SCHIFANI – A quanto si apprende da ambienti vicini alla presidenza di Palazzo Madama, il presidente del Senato, Renato Schifani, è rimasto sorpreso ed esterrefatto dalla notizia relativa all’avvenuta presentazione in Senato di un ddl costituzionale che, abolendo la XII norma transitoria della Costituzione, non ponga più divieti alla riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Il presidente del Senato, pur nel rispetto delle loro prerogative costituzionali, avrebbe auspicato che i firmatari della proposta possano rivedere la loro iniziativa. La proposta è stata presentata da senatori ex An e Fli.

LA PRECISAZIONE – Ma i firmatari poi precisano: «Nessuno di noi ha mai pensato di avviare una battaglia di tipo ideologico fuori dal tempo e dalla storia. Il nostro ddl, infatti, si prefigge di intervenire su una norma transitoria che per sua stessa natura era quindi destinata, secondo la volontà dei padri costituenti, a valere per un tempo limitato». I senatori del gruppo Pdl De Eccher, Di Stefano, Totaro, Bevilacqua, Giorgio Bornacin non demordono nonostante l’ invito del presidente del Senato a ritirare il contestato provvedimento: «L’intendimento – aggiungono – è semplicemente quello di intervenire su reati di opinione, tra l’altro non più attuali, in conformità a quanto già proposto da tanti parlamentari liberali e antifascisti in tempi nei quali le passioni ideologiche erano assai più vive di oggi».

IL TESTO – Il testo si trova sul sito del Senato della Repubblica e prevede l’«Abrogazione della XII Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione», che prevede il divieto di riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In base a questa disposizione, l’apologia del fascismo costituisce reato in quanto promuove la riorganizzazione del movimento fascista e denigra i valori di base della Costituzione. Per il segretario del Pd Roma Marco Miccoli e di quello dei giovani democratici di Roma Domenico Romano «questo ddl è inaccettabile e mette in risalto quanto questo governo sia ben lontano dai valori incarnati dalla Costituzione. Non permetteremo che questa vergogna venga portata a termine e chiediamo che questo atto venga subito ritirato. In caso contrario ci mobiliteremo in tutta la città».

FLI – Il Pdl «prenda le distanze» dai firmatari del ddl. Lo chiede Alessandro Ruben del Fli. «Già in questo momento – spiega Ruben – è palese la difficoltà del nostro Paese a livello internazionale e la semplice presentazione, oltre che l’eventuale discussione, di un tale disegno di legge ci trascina nel ridicolo ed è causa di un ulteriore danno all’immagine dell’Italia e della sua classe politica». Un disegno di legge «scandaloso» e che «lascia esterrefatti, tanto più che è stato presentato a pochi giorni dalle celebrazioni per il 150 dell’Unità d’Italia. Nella storia del nostro Paese il ventennio fascista non è stato una semplice parentesi, ma è stato un sistema di potere basato su una ideologia razzista, di violenza anti democratica, di esibizione guerresca ed espansionistica, di persecuzione del dissenso e di diffuso odio antisemita». «Dovremmo invece preoccuparci di trovare – conclude – i giusti strumenti legislativi per assicurare il diritto alla libertà di espressione, e nel contempo di perseguire duramente i cattivi maestri negazionisti».
www.corriere.it